Il comune di Aiello Calabro è situato fra le colline dell'entroterra tirrenico, a circa 500 metri di altitudine, a metà strada fra mare e montagna. A poca distanza da Amantea, quasi al confine tra le province di Cosenza e Catanzaro, è raggiungibile sia dall'autostrada che dalla statale tirrenica. Sul versante montuoso si caratterizza per la presenza di boschi attrezzati per escursioni turistiche e panorami suggestivi.
Le origini di Aiello risalgono all'antichità; alcuni studiosi identificano il sito come quello dell'antica città greca di Tyllesium. Nel corso dei secoli subì varie dominazioni: araba nel X sec., poi bizantina, normanna e aragonese. Feudo di importanti famiglie aristocratiche, tra cui i Cybo Malaspina, divenne comune capoluogo di circondario nel 1811, e prese l'attuale nome di Aiello Calabro soltanto nel 1928.
Il centro storico del paese presenta caratteristiche che lo rendono meritevole di una visita. Numerose chiese e palazzi nobiliari ne testimoniano la storia secolare. Sul paese dominano le rovine del castello, fortificazione fondata in età medioevale e che nel Cinquecento era una delle più notevoli dell'Italia meridionale; i ruderi che oggi ne rimangono rendono l'idea dell'importanza rivestita in passato. Fra le chiese che costellano l'abitato merita di essere segnalata la chiesa madre di Santa Maria Maggiore; essa presenta sulla facciata principale un portale in tufo quattrocentesco, mentre all'interno conserva elementi relativi a vari rimaneggiamenti avvenuti tra il '600 e l'800. Anche la chiesa parrocchiale di San Giuliano, la cui struttura mostra tracce riconducibili al XV secolo, conserva numerosi dipinti e altri elementi di interesse artistico. Dei palazzi nobiliari che si possono ammirare nel centro storico merita una visita il palazzo dei Cybo Malaspina, feudatari di Aiello a partire dalla fine del '500, che presenta numerosi elementi in pietra scolpiti da maestranze locali.
Tra le tradizioni che ogni anno vengono rinnovate dagli aiellesi primeggia la festa patronale di San Geniale martire, patrono del paese, particolarmente venerato in paese anche per le reliquie, custodite nella chiesa madre e giunte da Roma nel 1667.