Santa Caterina Albanese è un grazioso centro situato sul pendio di un colle tra la Valle dell'Esaro e il torrente Ricosoli. È caratterizzato da un centro storico di grande fascino con vicoli e stradine di antica memoria. A fare da sfondo una vegetazione rigogliosa con ampie distese di uliveti e coltivazioni di vario genere. La chiesa parrocchiale è dedicata a San Nicola, in stile barocco: nel suo interno si conservano interessanti statue processionali. Al termine del centro abitato si imbocca la via San Pantaleone dalla quale si raggiunge la cappella del Martire di Nicomedia, eretta nel Seicento. Uno sguardo merita anche la chiesetta di Joggi, nella frazione omonima. La festa più importante è quella di San Pantaleone, il 27 luglio. Santa Caterina rientra nel novero dei paesi arbëreshë, qui si stanziarono gruppi di profughi provenienti dall'Albania nel XVI al seguito del condottiero Giorgio Castriota Scanderberg. Si parla, pertanto, oltre l'italiano, la lingua arbëreshë e si pratica il rito greco-bizantino. È posto sotto la giurisdizione religiosa dell'Eparchia di Lungro. Il borgo fu più volte infeudato e nella seconda metà del Settecento passò ai Sanseverino che lo mantennero fino all'arrivo dei francesi. Molto affascinante il costume tradizionale che viene ancora utilizzato durante le feste e le ricorrenze. Tra i personaggi illustri di Santa Caterina Albanese va annoverato padre Francesco Antonio Santori, importante poeta ottocentesco.